La pressione fiscale in Italia negli ultimi dieci anni è aumenta di 46 miliardi. La pandemia ha spinto oltre 333mila famiglie nella povertà assoluta.
ROMA – La pressione fiscale in Italia è aumenta di 46 miliardi negli ultimi dieci anni. A dirlo è l’Osservatorio del Consiglio e della Fondazione nazionale dei commercialisti, riportato dall’Ansa. “Dal 2011 – è precisato nel documento – il Pil è aumentato di 2,8 miliardi di euro, mentre la pressione fiscale delle famiglie è aumentata di 46 miliardi: +2,8 punti rispetto a -1 punto di tutte le altre entrate fiscali“.
I commercialisti hanno parlato anche della pandemia: “L’emergenza coronavirus ha spinto 333mila famiglie, il 20% in più rispetto al 2019, nell’area della povertà assoluta e non ha frenato la pressione fiscale che, anzi, è cresciuta ancora di più“.
Redditi familiari e povertà in Italia
Nel documento l’Osservatorio si è soffermato anche su redditi familiari e povertà in Italia. “Dal 2013 al 2018 – è precisato nello studio – il reddito medio in termini reali ha perso l’8,3% del suo valore. Nello stesso periodo, il divario Nord-Sud è aumentato (+1,6%) arrivando a raggiungere i -478 euro al mese. Nelle famiglie in cui prevale il reddito da lavoro autonomo la crisi ha colpito ancora più duramente: la perdita in termini reali è pari al 28,4%“.
Il divario tra Nord e Sud
Nel report ci si è soffermati anche sul divario tra Nord e Sud. “Questo è forte anche nella spesa media mensile dei consumi delle famiglie – hanno precisato i commercialisti in questo studio – anche se, in questo caso, il Covid-19 ha giocato un ruolo all’inverso, colpendo maggiormente il Nord e riducendo, anche se solo leggermente, il gap. Nel 2020 la spesa mensile media di una famiglia meridionale è pari al 75,2% rispetto ad una famiglia che vive al Nord: 1.898 contro 2.525 euro“.
Un dato che potrebbe cambiare nelle prossime settimane soprattutto con un ritorno della pandemia e delle restrizioni per provare a fermare un eventuale aumento dei contagi.